L’esigenza di investire nell’economia circolare

 

È sotto agli occhi di tutti ormai quanto sia necessario un cambiamento a livello globale per evitare di sopperire a drastiche ed irreversibili trasformazioni del nostro ecosistema.

Con l’Accordo di Parigi siglato nel 2015, l’UE e si suoi stati membri si sono impegnati a limitare il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C per ridurre le emissioni di gas serra e raggiungere gli obiettivi prefissati.

Ma non ci può essere una transizione ecologica senza economia circolare.

L’economia circolare infatti riveste un ruolo fondamentale nel percorso verso sistemi produttivi e territori più sostenibili, ma anche nel raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica: il Circularity Gap Report 2021 del Circle Economy stima infatti che solo raddoppiando l’attuale tasso di circolarità dall’8,6% (dato 2019) al 17%, si potranno ridurre i consumi di materia e tagliare le emissioni globali di gas serra del 39% l’anno, avvicinandosi così all’obiettivo zero emissioni al 2050 previsto dall’Unione europea per rispettare l’Accordo di Parigi.

L’Italia in questo è in prima linea: nel suo Piano di Ripresa e Resilienza presentato, ha previsto di investire oltre 59 mld di risorse nella Rivoluzione verde e transizione ecologica, confermandosi per il terzo anno consecutivo in testa tra le principali economie europee nel confronto sulla circolarità.

Arcadia attraverso la divisione Ricerca e Sviluppo vuole fare la sua parte nel raggiungimento di questi obiettivi, investendo nell’economia circolare in modo da ridurre i rifiuti e azzerare l’uso di combustibili fossili.

 

Il Gassificatore di Arcadia: Cos’è e come funziona

 

 Il sistema proposto da Arcadia è un Gassificatore in grado di convertire biomasse a matrice ligno cellulosiche (derivanti da scarti del legno e dai residui legnosi) in Syngas, ovvero in una miscela di gas in buona parte combustibili (H2, CO, e CH4 in minima parte) ed in grado di produrre energia termica per usi civili ed industriali.

Il sistema si pone come alternativo alla combustione diretta delle biomasse, procurando alcuni vantaggi in termini pratici: maggiori temperature di combustione, fiamma pulita e quindi maggiore versatilità per gli usi finali.

L’assetto cogenerativo del Gassificatore permette inoltre di produrre simultaneamente energia elettrica e termica utilizzando quindi il Syngas per alimentare motori termici.

Nella scelta del motore termico, si lasciano preferire i motori a combustione esterna, anziché quelli a combustione interna. Questo perché, sebbene il syngas sia filtrato, sarebbe difficile nei motori a combustione interna garantire un livello di filtrazione tale da non comportare problemi manutentivi già nel breve termine. La filtrazione del Syngas, infatti, viene ottenuta con filtri a maniche che necessitano di una pulizia periodica per evitare danni al motore, dovuti al particolato e al TAR (un liquido organico composto da idrocarburi aromatici di tipo catramoso, anidride carbonica e nanoparticolato).

Il sistema si mostra interessante soprattutto per le realtà del settore agroindustriale ed agricolo, che hanno a disposizione notevoli quantitativi di biomasse di filiera “corta”, abitualmente da eliminare come scarto di produzione o sottoprodotto non utilizzabile. In questo caso, il costo di smaltimento può essere convertito in ricavo, con l’abbattimento dei costi di esercizio per (auto)produrre energia elettrica e termica.

Produrre calore ed energia elettrica da residui organici, infatti, fa sì che quelli che generalmente vengono definiti scarti si trasformino in risorsa, permettendo non solo all’azienda di essere autonoma, ma soprattutto di essere più sostenibile producendo in modo naturale ed ecologico nel pieno rispetto ambientale.

Dal punto di vista delle politiche pubbliche, inoltre, il “Piano Transizione 4.0” ha previsto come strumento agevolativo a favore degli investimenti green il credito d’imposta, per supportare la trasformazione tecnologica del tessuto produttivo italiano in chiave di sostenibilità ambientale e di transizione all’economia circolare.

Nelle migliori condizioni possibili quindi (biomassa a costo irrisorio, eliminazione dei costi di smaltimento sottoprodotti, fruibilità delle agevolazioni in termini di credito di imposta) i costi energetici dell’azienda potranno essere interamente tagliati.